Fondazione Dignitas Curae

Prof. Massetti: “Progetto Cuore, modello per la sanità del futuro”

Prof. Massetti: “Progetto Cuore, modello per la sanità del futuro” Un nuovo paradigma che mette al centro il malato per superare le difficoltà del servizio sanitario. L’intervista di Interris.it al prof. Massimo Massetti, ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica, Direttore del dipartimento di scienze cardiovascolari, Policlinico Agostino Gemelli di Roma.   Il nostro servizio sanitario nazionale non riesce più a rispondere agli attuali bisogni di cura. E quando lo fa, è solo grazie al prezzo di un grande sacrificio personale di medici e infermieri e alla pazienza e alla perseverazione dei malati e delle loro famiglie. Ma, proprio per questo, il punto di rottura è vicino. La causa, secondo il prof. Massimo Massetti, ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica, Direttore del dipartimento di scienze cardiovascolari, Policlinico Agostino Gemelli di Roma, è rinvenibile “soprattutto nel modo con cui curiamo i malati e nelle modalità con cui vengono erogate le singole prestazioni. Un modo che risponde a regole e protocolli immutati da decenni, ma non più economicamente sostenibile alla luce dei progressi della medicina, della vita media che si è allungata e che, conseguentemente, richiederebbe di incrementare il finanziamento sanitario a livelli non compatibili con il bilancio economico del nostro Paese”. Occorre un’autentica rivoluzione che ridefinisca il futuro della cura in Italia: un nuovo paradigma che metta al centro il malato, inteso nella sua dimensione fisica, psicologica e sociale; un nuovo approccio che agisce sulla causa della crisi del diritto alle cure secondo i principi cardine: equità, gratuità, accessibilità. Come magistralmente evidenziato dal Prof. Massetti “la pratica della medicina non può prescindere dall’umanizzazione delle cure, in piena sintonia con il Manifesto ‘Dignitas Curae’, scritto da me e da monsignor Mauro Cozzoli. Ma tale mission necessita di una profonda riorganizzazione di servizi sanitari e delle regole che li erogano”. Nuovi modelli organizzativi di cura sono già in fase di sperimentazione a seguito delle novità introdotte con la legge di bilancio per il 2025. Umanizzazione e personalizzazione delle cure e, anche e soprattutto, nuovo percorso di cura al centro dei lavori del Tavolo istituito dal Ministro Schillaci proprio per mettere a terra i principi stabiliti dalla legge di bilancio. L’ospedale del futuro Un esempio di inizio di cambio di paradigma per vedere l’orizzonte della medicina del futuro è “CUORE”: hub clinico e scientifico del Gemelli per la prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie cardiovascolari. Rappresenta l’archetipo di ospedale del futuro, dove tutta la struttura – che curerà il cuore, il futuro del nostro cuore – ruota intorno al paziente. Con lo sguardo rivolto al futuro e le mani saldamente nel presente dei pazienti, il Polo “CUORE” sarà anche un esempio di ecosostenibilità, un edificio dal designer moderno e asimmetrico, immerso nella natura, con una vasta area verde all’interno del complesso ospedaliero: un parco botanico e terapeutico, per il benessere psico-fisico dei pazienti, dei familiari e di chi ci lavora. Professore, quali sono le principali cause della crisi del modello sul quale è stato concepito – nel 1978 con la legge n. 833 – il servizio sanitario nazionale che non riesce più a rispondere agli attuali bisogni di cura “La crescita continua dei bisogni di salute e delle cure mediche di una popolazione in progressivo invecchiamento unitamente all’incremento esponenziale dei costi della ricerca scientifica e delle tecnologie biomediche hanno rotto l’equilibrio tra accesso alle cure e sostenibilità dei costi. La crisi coinvolge, infatti, l’accessibilità, la cura e l’assistenza. La medicina moderna è diventata sempre più specialistica e incentrata sulla malattia e sui sintomi, piuttosto che sul malato e sul problema generale di salute. La cura è diventata frammentaria. Di fatto, la medicina moderna iperspecialistica cura, con prestazioni, la malattia o una parte di essa senza prendere in carico l’intero problema di salute e soprattutto il malato inteso come persona”. Nella discontinuità assistenziale il malato è sempre più disorientato e solo. Il suo percorso di cura è sostanzialmente un vero e proprio percorso ad ostacoli? “Attualmente, il malato, purtroppo, si trova costretto ad inseguire competenze e risorse da un luogo all’altro perdendo non solo il riferimento di chi lo cura ma anche l’aspetto relazionale e umano dei curanti. Viene indirizzato da uno specialista all’altro con tutte le correlate difficoltà di accesso alle singole prestazioni sanitarie di cui ha bisogno. Il rischio è quello di vedere allungati i tempi della diagnosi e della cura e conseguentemente della perdita della loro efficienza ed efficacia”. Per garantire qualità ed efficienza occorre allora una rivisitazione dell’organizzazione dei servizi sanitari e del paradigma di cura? “Si, occorre organizzazione e gestione del sistema sanitario da un lato, centralità del paziente dall’altro. Non la cura del mero evento patologico, della malattia, ma la cura del malato, della persona a tutto tondo. In questa ottica si inserisce il-manifesto – Fondazione Dignitas Curae, uno strumento di comunicazione e aggregazione di volontà nella visione di una medicina a dimensione umana che amplifica l’efficacia e l’efficienza delle nuove tecnologie, dove competenze e risorse sono al servizio della cura; i principali aspetti organizzativi che permettono anche una razionalizzazione delle spese sono: multidisciplinarietà, sinergia e approccio umano”. Quale è l’obiettivo? “La riduzione delle liste d’attesa per prestazioni ed esami, una limitazione degli spostamenti fra strutture ospedaliere, un accorpamento di quei percorsi che oggi sono frammentati, grazie al lavoro comune di un’unica équipe multidisciplinare che ruota intorno alla persona e verifica le effettive necessità terapeutiche. Un miglioramento della sostenibilità della sanità, senza dover rinunciare alla qualità elevata delle cure”. E medici sempre più specializzati e competenti? “Certamente! Medici che non devono essere relegati al proprio campo di competenza, bensì che partecipano a équipe trasversali e multidisciplinari per migliorare il percorso di cura del paziente, il quale deve essere al centro. I futuri medici dovranno essere formati non solo su aspetti tecnici ma anche sulla gestione del rapporto umano con il paziente e i familiari, con le emozioni e con la capacità di entrare in empatia”.  Questo cambio di paradigma per umanizzare il percorso di cura è stato condiviso anche dal legislatore nazionale? “Si, la legge di bilancio per il 2025, oltre a prevedere incrementi del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato (art. 1 commi da 273 a 276)

«Il cuore non mente» va in piazza a Villa San Giovanni prima della domenica di solidarietà e di prevenzione

«Il cuore non mente» va in piazza a Villa San Giovanni prima della domenica di solidarietà e di prevenzione In Calabria per l’ottava volta, una serata per divulgare e aiutare a prevenire prima della Domenica del Cuore, sempre a Villa San Giovanni, con le visite cardiologiche per adulti e anche per bambini. Trasferta, questa, oramai tradizionale e organizzata grazie alla straordinaria passione e volontà di Gianni Calabrese, amico e pilastro della nostra Fondazione. «Il cuore non mente» è stato il motivo della serata del 4 luglio a Villa San Giovanni per parlare di salute, ricerca e prevenzione. In piazza delle Repubbliche Marinare, la sede dell’evento che è stato condotto da Roberto Giacobbo ma che ha avuto nel professor Massimo Massetti il fulcro, si è parlato di prevenzione, divulgazione e consapevolezza. Un evento unico nel suo genere, che ha portato sul Lungomare Cenide alcuni tra i massimi esperti italiani in ambito cardiovascolare, neurologico, etico e scientifico, riuniti insieme per parlare direttamente alla gente. Format collaudato, con la possibilità di interagire con i medici ponendo loro domande e ricevendo risposte. La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha affermato che la nostra città ha bisogno di manifestazioni di questo livello. Non poteva esserci un titolo migliore di questo, “Il cuore non mente”. La sfida è coniugare turismo e cultura. Qui è soprattutto cultura e qui si incontrano lo Jonio e il Tirreno». Parlare di medicina, di cure, di futuro. Una bella sfida che la Fondazione Dignitas Curae porta avanti. Il professor Massetti ricordando che «il cuore è una macchina meravigliosa, ma anche un cervello elettrico», ha sintetizzato i temi dell’incontro. «Non si può più aspettare di essere malati per prendersi cura di sé. Parliamo di alimentazione – ha osservato il professor Massetti – attività fisica, gestione dello stress. Il cuore è una pompa idraulica, sì, ma è anche un cervello elettrico: mente e cuore sono profondamente collegati. Questi incontri sono momenti cruciali in un sistema sanitario in crisi. Stare tra la gente significa fare prevenzione vera, tangibile». Il professor Antonio Amodeo, direttore della trapiantologia toracica dell’Ospedale Bambino Gesù, ha parlato dell’urgenza di promuovere la cultura della donazione d’organo. «Un bambino in lista d’attesa per un cuore può aspettare anche tre anni. L’Italia è seconda in Europa per donazioni, ma c’è ancora troppa differenza tra Nord e Sud. Dobbiamo fare di più, e la sensibilizzazione deve partire da qui, da incontri come questo». Si è parlato di ricerca e la professoressa Giovanna Liuzzo ha ricordato che questa sta cambiando il volto della cardiologia. «Abbiamo nuovi farmaci che cambiano il decorso dell’insufficienza cardiaca – ha affermato – ma l’obiettivo più grande resta la prevenzione. Senza ricerca, non possiamo salvare vite. Serve investire oggi per vivere meglio domani». I sedici medici sul palco della piazza hanno spiegato e risposto alle numerose domande poste dal pubblico. Con Gianni Calabrese, ideatore e artefice dell’evento da sempre, ossia dal 2016, ha collaborato la dottoressa Maria Grazia Richichi, geriatra presso l’ASP di Reggio Calabria e responsabile, insieme alla dottoressa Samantha Libri, psicologa e psicogeriatra, dell’Ambulatorio di Psicogeriatria Neurolab22, punto di riferimento per il territorio di Villa San Giovanni. L’impegno verso la salute della comunità non si è esaurito con la serata divulgativa. Domenica mattina, infatti, l’ASP di Villa San Giovanni ha aperto le sue porte per le visite cardiochirurgiche offerte a chi ne ha bisogno, a chi non ha la possibilità di accedere alla sanità. Nei quattro ambulatori allestiti dai medici arrivati da Roma sono stati visitati in quarantacinque tra adulti e bambini. Il tutto con l’aiuto e la collaborazione davvero preziosa dei volontari della Croce Rossa Vallata di Gallico guidati dalla presidente Francesca Pentimalli. Non sono mancati casi di pazienti da sottoporre rapidamente a ulteriori accertamenti, e questo è un plauso che va ai medici che hanno riscontrato patologie anche in chi non ne aveva sentore.

Una «Domenica del Cuore» a Bravetta per aiutare una comunità in difficoltà

Una «Domenica del Cuore» a Bravetta per aiutare una comunità in difficoltà Una mano tesa per chi soffre, vive davvero alla deriva, non ha nulla, casa lavoro attenzioni. L’Istituto delle Suore Oblate di via dei Carraresi a Bravetta da molti anni tende loro una mano con il grande cuore di Suor Cinzia e dei suoi collaboratori, offre almeno un pasto, cerca di essere vicino a questo modo che è davvero di disperati tentando di prendersi cura di loro, di una comunità che rappresenta, purtroppo, gli “ultimi”. Nella domenica di Pentecoste siamo tornati nell’Istituto per le nostre «Domeniche del Cuore» perché sapevamo che lì c’era davvero bisogno e difatti abbiamo nuovamente trovato una situazione assai precaria in molte delle trentotto persone che sono state visitate: quasi tutti indigenti e senza dimora fissa, lasciati a se stessi, dimenticati dal mondo. La disperazione di queste persone ha ormai lasciato campo alla rassegnazione e quello che abbiamo visto e toccato è come una società civile non rispetti più la dignità umana ancora prima della dignità delle persone malate.Abbiamo visitato e diagnosticato malattie gravi che necessitano medicine ed esami strumentali ma purtroppo – e lo diciamo a con tanta tristezza – loro non avranno nessuno che li segue e nessuno che darà loro una cura o una medicina.Abbiamo fatto una selezione delle cose urgenti e stilato una lista delle persone da chiamare al Gemelli per effettuare una diagnostica approfondita. I volontari dell’Istituto delle Suore Oblate ci darà una mano per rintracciare i casi davvero gravi. Tante persone presenti domenica mattina, troppi senza fissa dimora, costretti a vivere in strada, molti senza lavoro e senza cittadinanza, fuggiti dai loro Paesi troppo difficili e spesso in guerra. Emblematico il caso di un giovane del Burundi, il ventiquattrenne Christopher che vive qui da quattro anni. È ancora un clandestino per la legge italiana e quindi non può lavorare pur volendolo fare. Vive in una tendopoli, mangia quando può negli ostelli del Vaticano e nelle parrocchie. Aspetta, Christopher, di riabbracciare la sua famiglia rimasta in Burundi: lo ha detto con lo sguardo triste, quasi piangendo. Suor Cinzia era lì, ad assistere queste persone bisognose, alla deriva, cercando di regalare loro un sorriso e una vita migliore.

Domeniche del Cuore: il 2025 parte da Tor Bella Monaca

Domeniche del Cuore: il 2025 parte da Tor Bella Monaca La prima tappa di un 2025 che si annuncia denso di iniziative e di attenzione nei confronti di chi soffre si è svolta a Tor Bella Monaca il 23 febbraio. Nella periferia est della Capitale dove vivono oltre 30 mila persone e dove il 41 per cento delle famiglie vive in povertà assoluta con il 22 per cento che ha un reddito pari a zero, case popolari – quasi esclusivamente popolari visto che siamo all’82 per cento dell’intera edilizia della borgata – intorno a via dell’Archeologia ha preso il via il viaggio delle Domeniche del Cuore.  Trenta le persone visitate dai cardiologi coordinati dal dottor Angelo Villano, diverse di loro in stato assai precario e per qualcuna è stata anche la prima visita avuta nella vita. Un segnale che la dice lunga sullo stato di abbandono di molte persone costrette a fare i conti con una realtà spesso dolorosa, al limite dalla normalità. Sede di questa Domenica del Cuore è stato l’istituto comprensivo Melissa Bassi, una bella scuola definita scuola di frontiera che ha messo a disposizione, in attesa della ristrutturazione dei locali della vicina parrocchia, le aule e la biblioteca per accogliere l’organizzazione dell’evento. Il quartiere sorto oltre il raccordo anulare, dove lo sviluppo non esiste, avrebbe la necessità di ricevere maggiori attenzioni. Anche nel breve tempo passato una domenica mattina per visitare i pazienti selezionati dalla Comunità di Sant’Egidio, diversi dei quali stranieri, stando a contatto con loro, ci si accorge non solo del degrado ma anche della difficoltà di viverci. La Domenica del Cuore ha solo portato un poco di sollievo a le persone che hanno avuto la possibilità di ricevere un’attenzione, ma iniziative come la nostra dovrebbero essere numerose: potrebbero contribuire non solo a dare un valido sostegno alla salute delle persone ma anche a regalare momenti di una vita il più possibile normale, più lontana dal disagio sociale che c’è a Tor Bella Monaca e che si percepisce ad ogni respiro.

Domeniche del Cuore, Sutri chiude il 2024

Domeniche del Cuore, Sutri chiude il 2024 Domenica del Cuore, l’ultima dell’anno, a Sutri. Con la supervisione del professor Massimo Massetti e con tutto il gruppo dei volontari, i cardiologi guidati dal dottor Angelo Villano hanno visitato quaranta persone, tutte bisognose di attenzioni sanitarie. Nessun caso particolarmente grave anche se molti hanno avuto i necessari consigli per essere più attenti e curare qualche patologia riscontrata. Perfetta organizzazione curata dal Comune che ha messo a disposizione i locali nella centrale piazza San Francesco, la Domenica del Cuore è stata apprezzata dagli abitanti di Sutri che hanno chiesto di poter usufruire nuovamente di una nuova visita da parte dei medici del policlinico Agostino Gemelli. Ospite particolare è stato Emmanuele Emanuele, adesso presidente onorario della Fondazione Roma dopo averla guidata per anni, oggi residente proprio a Sutri, il cui prezioso intervento con la Fondazione ha reso possibile la partenza del progetto «Cuore» (acronimo di Cardiovascular Unique Offer ReEngineered), un progetto completamente dedicato alle patologie cardiovascolari, che sorgerà nell’arco dei prossimi tre anni all’interno del campus dell’Università Cattolica-Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma. Appuntamento adesso al prossimo anno con tante Domeniche del Cuore che saranno organizzate non solo a Roma ma anche in giro per l’Italia, dalle Marche alla Toscana e alla Calabria ma non solo per portare e offrire a chi ne ha necessità l’aiuto dello staff medico dei cardiologi del Policlinico Agostino Gemelli.

La Domenica del Cuore a via Bravetta dalle Suore Oblate della Sacra Famiglia

La Domenica del Cuore a via Bravetta dalle Suore Oblate della Sacra Famiglia Il team delle Domeniche del Cuore ha nuovamente toccato con mano il bisogno della nostra decennale iniziativa. Domenica 27 ottobre siamo tornati nella struttura delle Suore Oblate della Sacra Famiglia in zona Bravetta e, dopo un anno di assenza, ci siamo resi conto non solo della necessità di un intervento ma, anche, di come le persone che gravitano nella struttura siano in regresso, e vivono in uno stato di quasi abbandono nonostante l’aiuto che ricevono dalla struttura.Ventisette sono stati i pazienti visitati, quasi tutti senza fissa dimora e moti dei quali alle prese con tanti problemi, dall’alcol alla ricerca quotidiana di un pasto. I medici, coordinati dal dottor Angelo Villano, hanno individuato diverse patologie in questi pazienti che vivono la vita come possono, cercando spesso rifugio in questa struttura delle Suore Oblate dove suor Cinzia riesce a dare un aiuto a tutti e offrire, nei giorni festivi, un pasto caldo ai suoi “ospiti” aiutata, da molti anni, da Perry. Per loro, queste persone dimenticate, accedere ai servizi sanitati è un’impresa anche perché spesso rifiutano qualsiasi aiuto. Le Domeniche del Cuore diventano un “medico speciale” per individuare in loro patologie anche gravi che mettono a rischio la vita.

Domeniche del Cuore a Monterotondo: scoperti due casi gravi e urgenti

Domeniche del Cuore a Monterotondo: scoperti due casi gravi e urgenti Primo appuntamento dell’anno per le Domenica del Cuore. Tappa a Monterotondo presso la comunità di Sant’Egidio. Mattinata intensa con i cardiologi e i volontari dell’associazione. Trenta le persone visitate, tutte con evidenti situazioni di marginalità sociale e difficoltà per far fronte alle problematiche di salute e di prevenzione. Più di una, difatti, ha confessato di non assumere i farmaci prescritti perché senza possibilità economiche di acquistarli. Subito sono intervenute le volontarie di Sant’Egidio per far fronte alla necessità. Visite come sempre approfondite da parte dei cardiologi con la supervisione del professor Massimo Massetti. Sono state individuati due casi particolarmente gravi e urgenti e le due persone – una è una giovane quarantenne arrivata dal Brasile vittima già di tre infarti – che nei prossimi giorni verrà presa in carico dal Policlinico Agostino Gemelli per essere curata. Il professo Massetti ha spiegato che «data la serietà delle sue condizioni mi sono attivato e nei prossimi giorni, appena avremo la disponibilità di un letto, la ricovereremo per effettuare tutti i controlli». Il secondo caso è quello di un uomo che vive in una baracca, ha problemi epatici e dopo un’operazione è abbandonato a se stesso, non si cura, non ha neppure la cartella clinica del suo lungo ricovero («me l’hanno rubata», ha raccontato) e versa in condizioni di grave disagio. Mattinata come sempre conclusa nel segno della prevenzione con grande soddisfazione per i volontari che seguono queste persone mettendo a loro disposizione non solo attenzioni ma anche tutto quello di cui hanno bisogno anche se in cluni casi questo non è sufficiente.

La domenica del cuore: i cardiologi del Gemelli a Ostia per gli screening

La domenica del cuore: i cardiologi del Gemelli a Ostia per gli screening Screening cardiologici gratuiti nella parrocchia di Santa Monica a Ostia, grazie alla onlus Dona la vita con il cuore che ha visto impegnati i cardiologi del policlinico Agostino Gemelli, i volontari dell’associazione e quelli dei Cavalieri di Malta. La Domenica del Cuore, l’ultima di questo 2022, è sbarcata sul litorale romano per visitare e monitorare una quarantina di persone in difficoltà già seguite quotidianamente dai Cavalieri di Malta. Un’iniziativa di solidarietà che raggiunge le periferie, le fasce più povere prima con le visite, le cure e, in caso di necessità, accompagna i pazienti in ospedale per ricoveri e interventi. Una sanità inclusiva, che non lascia indietro nessuno, anzi raggiunge i più disagiati perfino in strada attraverso il camion del cuore attrezzato con due ambulatori e tutti gli strumenti necessari per gli screening cardiologici. È la mission che la onlus da circa dieci anni porta avanti insieme al suo presidente Massimo Massetti, attuale direttore dell’area cardiovascolare e della cardiochirurgia del Gemelli e titolare della cattedra di cardiochirurgia dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma. «In questi anni spiega Massetti abbiamo portato il nostro aiuto nelle carceri, tra i migranti che sbarcavano in Sicilia, nelle periferie romane, ma anche nei piccoli centri del Lazio, Umbria e Toscana. Collaboriamo con le parrocchie, la Comunità di Sant’Egidio, i Cavalieri di Malta e la Caritas che sono in prima linea sui territori. Grazie alle domeniche del cuore conclude Massetti – siano riusciti a curare tantissime persone che non sapevano nemmeno di avere patologie cardiache». Ieri molti sono stati i cittadini sottoposti allo screening. Tanti i giovani stranieri che vivono stabilmente a Ostia, alcuni dei quali obesi e dunque a rischio di patologie cardiache a cui i cardiologi hanno fornito indicazioni importanti sulla prevenzione della malattia cardiovascolari e su un corretto stile di vita.

La domenica del cuore: i cardiologi del Gemelli a Ostia per gli screening (Video)

La domenica del cuore: i cardiologi del Gemelli a Ostia per gli screening (Video) Screening cardiologici gratuiti nella parrocchia di Santa Monica a Ostia, grazie alla onlus Dona la vita con il cuore che ha visto impegnati i cardiologi del policlinico Agostino Gemelli, i volontari dell’associazione e quelli dei Cavalieri di Malta. La Domenica del Cuore, l’ultima di questo 2022, è sbarcata sul litorale romano per visitare e monitorare una quarantina di persone in difficoltà già seguite quotidianamente dai Cavalieri di Malta. Un’iniziativa di solidarietà che raggiunge le periferie, le fasce più povere prima con le visite, le cure e, in caso di necessità, accompagna i pazienti in ospedale per ricoveri e interventi. Una sanità inclusiva, che non lascia indietro nessuno, anzi raggiunge i più disagiati perfino in strada attraverso il camion del cuore attrezzato con due ambulatori e tutti gli strumenti necessari per gli screening cardiologici. È la mission che la onlus da circa dieci anni porta avanti insieme al suo presidente Massimo Massetti, attuale direttore dell’area cardiovascolare e della cardiochirurgia del Gemelli e titolare della cattedra di cardiochirurgia dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma. «In questi anni spiega Massetti abbiamo portato il nostro aiuto nelle carceri, tra i migranti che sbarcavano in Sicilia, nelle periferie romane, ma anche nei piccoli centri del Lazio, Umbria e Toscana. Collaboriamo con le parrocchie, la Comunità di Sant’Egidio, i Cavalieri di Malta e la Caritas che sono in prima linea sui territori. Grazie alle domeniche del cuore conclude Massetti – siano riusciti a curare tantissime persone che non sapevano nemmeno di avere patologie cardiache». Ieri molti sono stati i cittadini sottoposti allo screening. Tanti i giovani stranieri che vivono stabilmente a Ostia, alcuni dei quali obesi e dunque a rischio di patologie cardiache a cui i cardiologi hanno fornito indicazioni importanti sulla prevenzione della malattia cardiovascolari e su un corretto stile di vita. Video Mino Ippoliti

DOMENICA DEL CUORE A QUATTRO STRADE, 42 LE VISITE, PER LO PIU’ AGLI ESCLUSI E ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA’

DOMENICA DEL CUORE A QUATTRO STRADE, 42 LE VISITE, PER LO PIU’ AGLI ESCLUSI E ALLE PERSONE IN DIFFICOLTA’ Un’iniziativa che va a colpire la carne viva, dove la crisi morde le fasce della popolazione meno abbienti. Che spesso tralasciano le cure. “Il team del cuore” è approdato oggi a Rieti, a Quattro Strade, nei pressi dello spiazzale di un noto centro commerciale. Qualità, quantità e tanta generosità per questi venti medici, tra i massimi esperti del settore, che “tolgono il tempo alla loro vita per darlo agli altri, portando in strada, dove sono le persone, l’ospedale e le cure”. Spiega Massimo Massetti, presidente della Onlus “Domeniche del Cuore” e direttore dell’Area Cardiovascolare del Policlinico Gemelli di Roma. Dal 2013 sono state spese oltre 1800 ore di volontariato medico nelle oltre 40 Domeniche del Cuore a oggi realizzate. E il motivo appare chiaro. 42 i pazienti visitati durante la giornata reatina, 3 i casi più gravi che sono stati invitati a proseguire le cure al Gemelli, nella media delle altre “Domeniche del Cuore” (circa 10 il 15 percento dei casi più gravi in generale). “L’attuale momento storico del nostro Paese – prosegue Massetti – con la crisi economico-finanziaria, ha portato a una progressiva riduzione delle risorse e sempre più persone e famiglie non sono in grado di seguire le cure mediche, a tal punto che si parla di ‘emergenza sanitaria’ ”. Questa iniziativa, è proprio il caso di dirlo mettono un piccolo tampone all’emergenza. “Con le Domeniche del Cuore salviamo davvero la vita alla gente, riscontriamo ogni domenica tantissime persone che hanno urgente bisogno di cure e noi medici ci attiviamo immediatamente, grazie alle nostre strutture ospedaliere, ponendo fine alla sofferenza e alla malattia”. Elettrocardiogramma, ma anche ecodoppler e altri consulti. Un’attività svolta con continuità mensile. Indigenti, senzatetto, disabili, carcerati ed ex carcerati, extracomunitari, italiani emarginati in stato di bisogno e abbandono: questi i malati di cuore che ormai da 4 anni vengono visitati gratuitamente dai medici volontari del Policlinico Gemelli. Il tutto attraverso l’Unità Mobile di Cardiologia, che contiene tre sale ambulatoriali dotate di numerose attrezzature elettromedicali per eseguire velocemente visite cardiologiche specialistiche complete. Dotazioni resesi necessarie per permettere al team di medici volontari di raggiungere più facilmente le persone che ne hanno bisogno. Non solo prevenzione e informazione durante queste domeniche di volontariato. In caso recente a San Lauro, come ci racconta il dottore Carlo Santi, uno dei volontari dell’associazione, c’è stato un caso dove grazie all’intervento dell’equipe medica è stato possibile una precoce diagnosi ed è stato trasferito d’urgenza nel più vicino ospedale. “Avevo un esame cardiologico importante a Dicembre. Fortunatamente ho potuto usufruire di questo servizio” ha raccontato una paziente. “Sorpresa – conclude – da tanta cordialità e competenza”. “L’esperienza – spiega Massetti – ci fa capire che le malattie cardiovascolari sono molto diffuse tra la popolazione, questo anche a causa cattive abitudini di vita come: la sedentarietà, all’alimentazione sana, al fumo, allo stress. Sono tutti fattori, che uniti ad altri fattori di rischio, predispongono alle malattie cardiovascolari”. L’iniziativa è promossa in collaborazione con il Comune di Rieti e della Camera di Commercio di Rieti, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione BNL – Gruppo BNP Paribas e Confagricoltura – L’età della Saggezza Onlus. Inoltre la Sala Medica Mobile ha ottenuto il patrocinio del Giubileo della Misericordia, ed è stata benedetta dal Papa Francesco lo scorso giugno. Durante la mattinata anche il Presidente della Camera di Commercio Vincenzo Regnini ha voluto dare il proprio saluto ai volontari. “Stiamo registrando un aumento delle fasce della popolazione dimenticate dalle istituzioni. E’ necessario che la tutela della salute non sia mai messa in secondo piano” ha commentato Regnini “E’ da inserire in questo contesto questa iniziativa” patrocinata anche dalla Camera di Commercio, che darà vita anche ad una raccolta fondi per aiutare la causa. La ‘Domenica del cuore’ – ha dichiarato il Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti – trova la disponibilità e la condivisione dell’amministrazione comunale. Si tratta, infatti, di una iniziativa dal forte valore sociale che consente a cittadini in difficoltà di accedere alle visite in maniera totalmente gratuita. Colgo l’occasione per ringraziare il prof. Massetti, e tutta la sua equipe, per la vicinanza alla nostra città”. Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel mondo occidentale e colpiscono sia gli anziani che i giovani. Circa 1.000.000 di persone, in Italia, sono oggi affette da malattie del cuore e dell’apparato respiratorio. Molte malattie del cuore, se diagnosticate in tempo e prima che i sintomi diventino importanti, sono curabili e in alcuni casi guaribili; se invece sono trascurate o non diagnosticate, si rivelano essere in gran numero mortali o portatrici di grandi sofferenze e disabilità. Prossima tappa in Calabria e Umbria.